PREFAZIONE:

Ebbene sì… abbiamo tradito l’ amata Gran Bretagna ma siamo della semplice idea che il mondo è un posto così grande che sarebbe un peccato fossilizzarsi in un unico luogo.

La scelta di Siviglia è stata facile: un volo Low Cost prenotato con largo anticipo, la voglia di vedere una destinazione che a causa della mia carnagione, color merluzzo bianco bollito in stile cibo da ospedale, non avremmo mai potuto visitare in estate!

Ecco quello che abbiamo combinato…

BARRIO DE TRIANA:

Arriviamo a Siviglia di mattina presto, in treno direttamente da Malaga dove siamo atterrati il pomeriggio precedente.

Il quartiere di Triana è il nostro campo-base, qui abbiamo il Bed and Breakfast e sempre qui ceneremo alla sera, il nostro mare di tranquillità, fuori dal centro caotico che nonostante sia Gennaio, è invaso dai turisti.

Triana si trova dall’ altra parte del fiume Guadalquivir che lo divide dal resto della città. Un quartiere con la sua anima, quasi una città a parte, infatti i Trianeros, quando devono attraversare il Puente de Isabel II dicono:” andiamo a Siviglia”.

Il senso di appartenenza si respira lungo gli stretti vicoli e la sua storia… Scelta nel suo passato per ospitare il popolo gitano, fino a quel momento nomade.

Dall’ apparenza umile, popolare e povera, è stata per anni culla di artisti, artigiani e ballerini di flamenco.

Altro marchio distintivo sono gli Azulejos, le piastrelle in ceramica tipiche della manifatturiera tradizionale locale, prodotte in laboratori artigiani, che già in tempi lontani utilizzavano il fango dalla riva del fiume per creare autentiche meraviglie.

Quasi tutte le mattonelle presenti nei monumenti, nelle chiese, nei luoghi pubblici e privati di Siviglia sono realizzate qui.

oggi l’attività di ceramica purtroppo vive un momento di crisi e molti laboratori hanno abbassato le serrande.

Una tappa da non perdere per gli appassionati della cultura gastronomica locale è il Mercado de Triana, un susseguirsi di colori e profumi, ricco di prodotti locali.

Banchi di carne, verdure, spezie, pesce, formaggi…

Ristorantini con invitanti paella

E soprattutto il famoso Jamon Serrano prodotto in Andalusia

Il serrano, diversamente dai nostri prosciutti nostrani, viene consumato in religiosa purezza e il taglio è rigorosamente a mano

il cortador, il tagliatore, deve possedere una certa abilità.

Imperdibile una passeggiata per Calle Betis, lungo il fiume Guadalquivir, caratterizzata da meravigliose casette colorate, una delle strade più emblematiche di Siviglia.

con i suoi balconi a vetro chiamati miradores (letteralmente finestre per guardare).

si può ammirare il centro storico e avere una bella veduta sulla torre della Giralda

Plaza de Toros e la riva orientale del fiume mentre di sera si può sorseggiare un Tinto de Verano in uno dei tanti localini presenti.

Viuzze strette, balconi fioriti, verande in ferro battuto, Case dai colori vivaci… impossibile non rimanere stregati da Triana. Un luogo che va assaporato senza frenesia se si vuole cogliere l’anima e la magia di questo angolo di Siviglia

TORRE DELL’ ORO E TORRE SEVILLA

Percorrendo Calle Betis si giunge ad uno dei 18 ponti che attraversano il Guadalquivir.

Da qui una splendida vista sulla torre dell’ oro e sulla torre Sevilla, due attrazioni preziose che testimoniano il passato ed il presente della città.

La Torre dell’ Oro è uno dei monumenti più importanti, aveva in passato funzione di avvistamento e controllo degli accessi alla città attraverso il rio. Ad oggi, insieme alla Giralda è uno delle eredità più importanti lasciate dai Musulmani durante la dominazione della regione. L’altezza della struttura è di 36 metri ed ha una pianta dodecagonale.

Il nome intrigante – Torre del Oro – probabilmente deriva dalla struttura di materiale piastrellato di malta, calce e paglia, capace di riflettere una luce dorata sulle acque del fiume, il nome arabo Borg Al-Azajal significa bagliore dorato.

Gravemente danneggiata durante il terremoto del 1755, che tra le altre cose distrusse la vicina Lisbona, divenne simbolo di ricostruzione grazie al volere della popolazione che pretese dal re la sua riparazione.

La Torre Sevilla, ad esclusivo uso commerciale e direzionale, invece, stona, a nostro avviso, con il resto del paesaggio architettonico. E’ il primo grattacielo della città ed è l’ edificio più alto dell’ Andalusia con i suoi 180,5 metri.

CENTRO STORICO:

Dalla torre dell’ oro, proseguendo per l’ Avenue de la Costitucion, si giunge nel cuore della città.

Il centro di Siviglia non è tanto grande, potrebbe essere paragonato a quello di Firenze e si può visitarlo tranquillamente a piedi.

 

ARCHIVO DE INDAS:

Una visita sicuramente merita l’ Archivo de Indas (entrata gratuita) un esempio di architettura rinascimentale spagnola ispirata al modello italiano, assieme al suo contenuto è Patrimonio UNESCO all’1987.

Creato nel 1785 per volere del re Carlos III, con lo scopo di accentrare in un unico luogo la documentazione relativa all’amministrazione delle colonie spagnole fino ad allora dispersa in vari archivi.

All’interno si trova il patio centrale, costruito in pietra e di ampie proporzioni, mostrando archi sostenuti sui pilastri con mezze colonne

All’ingresso, da ammirare la scala monumentale, che conduce al piano superiore e aggiunto soltanto in seguito, assieme alla Croce del Giuramento.

Nei lunghi corridoi sono accatastati centinaia di tomi contenenti 43.000 fascicoli per un totale di circa 80 milioni di pagine e 8.000 mappe e disegni provenienti, per la maggior parte, dagli organi metropolitani incaricati

Materiali che vanno dal periodo dei primi Conquistadores fino ad arrivare ai documenti dell’ultimo periodo coloniale del XIX secolo.

REAL ALCAZAR:

L’Alcazar (in arabo palazzo) è situato nel centro di Siviglia vicino alla Cattedrale (INGRESSO 13, 50 EURO, da prenotare in anticipo online). Anticamente fortezze dei mori e successivamente riadattate, a partire dal 1364 prima da Pietro I di Castiglia (detto Pietro il Crudele) e poi da Carlo V, in residenza reale. Il risultato finale è uno splendido esempio di architettura mudéjar, una combinazione di culture e stili: islamico, rinascimentale e gotico.

Imperioso, subito dopo Porta de Leon, si trova Palacio de Don Pedro, un capolavoro dell’architettura voluto da Pietro I che siglò un’alleanza con il governante di Granada, Mohammed V il quale invio i migliori artigiani della sua corte per costruire questo palazzo che riassume l’arte araba iberica.

All’ interno spicca il Patio de las Doncellas (cortile delle fanciulle), il patio più importante dei palazzi, dove si svolgeva gran parte della vita reale, il nome deriva proprio dalle donne che vi soggiornavano costantemente.

arcate super eleganti e decorate con piastrelle regali, curate nei minimi particolari. Questa zona è probabilmente uno dei posti più interessanti di tutto il Real Alcazar, la grande fontana al suo centro rende magico questo posto. La zona è circondata dai portici.

Vicino al cortile delle fanciulle si può ammirare il Salon de Embajadores (salone degli ambasciatori) la sala più bella del palazzo, la sala era dedicata alle cerimonie ed eventi.

Il salone è sormontato da una stupenda cupola fatta di legno interlacciato in stile moresco.

C’ è tanta umanità… troppa… Il che mi rende particolarmente nervoso!!! Inizio ad insultare in dialetto veneto tutte le persone che m’ impalano le foto… Devo trovare il mio “mare di tranquillità”.

Forse i giardini reali possono darmi un aiuto!!! Usciamo finalmente all’ aria aperta!

I giardini dell’Alcazar risalgono a oltre 1000 anni fa. Rappresentano circa il 75% della superficie totale del complesso e portano con sè non soltanto un ricco bagaglio storico, ma sono anche un elemento naturale importante per l’intera città, in quanto rappresentano poco meno della metà dell’intero verde del centro storico di Siviglia.

Come in ogni edificio arabo, l’acqua è l’elemento principale della struttura, troviamo laghi, piscine e fontane che decorano e rendono unici questi giardini.

Durante gli anni sono stati modificati, la prima volta nel 16° secolo da Vermondo Resta, italiano che introdusse lo stile manierista all’interno dei giardini.

In campo botanico, i Giardini dell’Alcázar sono composti da un universo di più di 20.000 piante che appartengono ad almeno 187 specie diverse. Qui ammiriamo piante a pochi metri di distanza che originariamente erano separate dagli oceani. 

In tempi antichi oltre ad avere la funzione estetica, fornivano cibo per i residenti del palazzo,

Molti registi di fama mondiale hanno scelto la spettacolare scenografia dell’ Alcazar per i loro film: da Lawrence d’ Arabia a Le crociate – Kingdom of Heaven. Fino ad arrivare ai tempi nostri con la serie TV Il Trono di Spade, nella quinta stagione con alcune scene all’interno.

LA CATTEDRALE E LA GIRALDA:

La Cattedrale è la chiesa gotica più grande del mondo. Tuttavia, la sua pianta non ha la forma di croce latina tipica di questo tipo di luogo di culto, ma è quadrata.

Questo perché fu costruita sopra l’antica moschea principale della città e adattata alla struttura preesistente. In questo modo, il minareto arabo fu convertito nel campanile dell’edificio, la Giralda, che all’epoca divenne la torre più alta del mondo grazie ai suoi quasi cento metri di altezza. Anche il Cortile degli Aranci e la Porta del Perdono sono un’eredità della moschea. 

E’ la terza maggiore al mondo, dopo San Pietro in Vaticano e Saint Paul a Londra. Sessanta pilastri sostengono le sue 68 volte di nervatura, contiene piú di 30 cappelle, piú altri spazi come la Sala degli Ornamenti, l”Antecabildo”, la Sala Capitolare, la Sacrestia Maggiore e quella dei Calici, il coro e i numerosi altari.

È  Patrimonio dell’Umanità dal 1987 (assieme all’ Alcazar) ed è uno dei più visitati della città di Siviglia.

Nella Cappella Maggiore è da sottolineare la pala d’altare nella quale la patrona Santa María de la Sede è situata tra quarantaquattro pannelli dorati intagliati da artisti spagnoli e fiamminghi tra il 1428 e il 1564.

La tomba di Cristoforo Colombo si trova nella Cattedrale dal 1899. In questo monumento quattro figure, che rappresentano i quattro regni di Spagna (Castiglia, Leon, Aragone e Navarra), sostengono il feretro.

Da far cornice alla tomba ci sono i Candelabri “los Vizarrones”. Candelabri di argento messicano di 1,85 m di altezza. 

Adiacente al sepolcro troviamo la Cappella della Vergine di Antigua. A partire da Colombo, che così denominó una delle isole da lui scoperte, davanti a lei si prostrarono i viaggiatori che partivano per l’America.

Secondo la leggenda, prima della conquista di Siviglia da parte dei cristiani, un angelo condusse il re San Fernando nella moschea principale della città, dove dietro un muro che divenne trasparente, poté scorgere l’immagine della Madonna che vi era rimasta nascosta per secoli. Pochi giorni dopo le forze musulmane si arresero e San Fernando entrò trionfalmente in città il 23 novembre 1248. 

LA GIRALDA:

Da sempre il punto di riferimento dei sevillanos e per molti secoli l’edificio più alto del mondo.

I primi 2/3 fanno parte di un minareto eretto nel finire del 1100 mentre la parte superiore rappresenta il campanile rinascimentale inaugurato nel 1568.

Il nome “Giralda” deriva dalla statua posizionata in cima al campanile, infatti questa gira su se stessa in base al vento e prende il nome di “El Giraldillo” posizionato in cima alla torre solamente nel 1568, quest’ultimo è alto 4 metri.

Per salire in cima non ci sono scale ma ben 35 rampe sufficientemente larghe da permettere al sultano di percorrerle a cavallo per godere delle vedute

E infatti il panorama non delude! La vista spazia dall’ Alcazar alle torri di Plaza De Espana…

Da Plaza de Toros a Triana…

Ma soprattutto si possono ammirare le piccole casette bianche incastonate come diamanti negli stretti vicoli del centro storico.

Fino a qualche anno fa c’era una legge comunale che vietava di costruire edifici più alti in città, ma successivamente fu rilasciato il permesso di costruzione della Torre Pelli, conosciuta però anche come Torre Sevilla.

La leggenda narra che, quando i musulmani vennero sconfitti, chiesero di abbattere la torre affinché non finisse nelle mani dei cristiani, volontà che spinse Alfonso X a conservarla come simbolo di una tappa importante della storia della città.

PATIO DEGLI ARANCI:

Si ritiene che la superficie del Patio degli Aranci sia all’incirca quella occupata in passato dall’antica moschea, alla quale appartengono due dei muri esterni. Una sosta in questo splendido giardino per riposarsi su una delle panchine laterali è un ottimo modo per concludere perfettamente la visita alla Cattedrale di Siviglia.

SIVIGLIA E GLI ARANCI:

Siviglia è la capitale delle arance e passeggiare per le sue strade restituisce la sensazione di essere all’interno di un gigantesco aranceto infatti, ospita oltre 40000 alberi che colorano di gioia strade, quartieri e ogni angolo della città.

Il loro sapore è amarissimo e per questo non sono mai consumate direttamente ma utilizzate per marmellate, sciroppi , liquori e come guarnizione per le famosissime tapas.

Inoltre quelle mature e cadute a terra servono come progetto pilota per creare energia per i mezzi pubblici e addirittura per abitazioni private.

Già nel 2020, con 35 tonnellate di arance, e del loro succo, furono prodotti 1500 KW di energia elettrica per alimentare case e autobus della rete cittadina. In questo modo, quindi,  uno dei beni più caratteristici e preziosi della città diventerà un’eco-risorsa.

CHIESA DI SAN SALVADOR:

Con unico biglietto (12 euro ) si possono visitare la Cattedrale, la Giralda e la Chiesa di San Salvador.

Non ci abbiamo dedicato molto tempo e come spesso capita, ci piace stare all’ aria aperta visto la bella giornata e i 20 gradi di temperatura.

Rappresenta la chiesa più grande della città dopo la Cattedrale. L’edificio è costruito sulle rovine di Ibn Adabbas, Moschea Maggiore della Siviglia musulmana (IX secolo);

questo tempio religioso, così come i dintorni, aveva una grandissima importanza persino nello sviluppo quotidiano delle persone, così quando i cristiani conquistarono Siviglia, in un primo momento permisero l’ uso come moschea, ma nel 1340 lo convertirono nella parrocchia del Salvador.

PLAZA DE ESPANA:

Maestosa… Una delle più belle piazza che abbia mai visto. Un tripudio di colori e imponenza inserita in un bellissimo parco cittadino.

Costruita in occasione dell’Expo iberoamericana del 1929, costituisce senza dubbio uno dei simboli per eccellenza non solo di Siviglia, ma della Spagna intera.

Per la costruzione della piazza utilizzarono materiali semplici e comuni, quali il marmomattone a vista, la calce e gli azulejos, fabbricati direttamente dagli artigiani di Triana.

Una volta conclusa l’Expo, la piazza fu abbandonata per diversi anni. Dopo aver vissuto una fase di serio deterioramento, la bellezza e lo splendore della piazza furono riportati alla luce da una profonda e meticolosa opera di restauro.

Un’opera di 50.000 mq, a forma di semicerchio di duecento metri di diametro, lungo il quale si estende un canale di 515 metri di lunghezza, attraversato da quattro bellissimi ponti che rappresentano gli antichi regni di Spagna da Castilla, León, Aragón e Navarra.

Rappresenta l’abbraccio dalla Spagna alle proprie ex colonie.

E’ presieduta da un grande edificio centrale delimitato ai lati da due torri di stile barocco di oltre 70 metri di altezza.

La base dell’ edificio è decorato da una serie di panche, 48 come le province spagnole, che raffigurano e narrano le diverse tappe della storia del paese.

La fontana ubicata al centro della piazza, ai tempi fece discutere perché secondo i critici faceva perdere la sensazione di immenso spazio libero che la piazza dava in origine.

Gli amanti di Star Wars riconosceranno subito il luogo. George Lucas, infatti, ha ambientato qui Star Wars – Episodio II L’attacco dei Cloni del 2002 e inoltre lo troviamo nel famoso Lawrence d’Arabia

Più recente Il dittatore del 2012 in alcune sue scene all’aperto.

SIVIGLIA E IL FLAMENCO:

Negli angoli ombreggianti della piazza ballerine e ballerini di Flamenco incantano al ritmo incessante della “danza” tradizionale andalusa.

Per gli andalusi il Flamenco è musica, arte, canto, danza, poesia, sentimento… è una vera e propria filosofia di vita. La musica del popolo nomade dei gitani che durante le loro migrazioni hanno attraversato tutto il medio oriente e il mediterraneo.

In questa regione con una secolare tradizione culturale e scientifica improntata alla multietnicità, la tradizione Gitana ha trovato le condizioni più adatte per la propria integrazione.

 il flamenco non nasce come una forma di spettacolo ma come un’esigenza di sfogare gioie e dolori in un linguaggio intimo e privato. Si cantava senza l’accompagnamento della chitarra, avvalendosi soltanto di supporti ritmici corporali, come il battito dei piedi sul terreno, delle mani oppure delle nocche sul tavolo. Oggi invece è una forma di spettacolo a tutti gli effetti. una rappresentazione teatrale, è il modo dei gitani, popolo fuori dalla storia, di raccontare la propria vita.

PLAZA DE AMERICAS:

Attraversando il Parque de Maria Luisa (non particolarmente attraente d’ inverno) si giunge a Plaza de Americas, una splendida piazza realizzata per l’ esposizione iberoamericana, delimitata da una serie di edifici di inizio Novecento.

Tra cui il Museo Archeologico (in stile rinascimentale) da un lato e

 Museo di Arti e Mestieri Popolari (in stile mudéjar) sull’ altro. In centro alla piazza è situata una bella fontana chiazzata da ninfee, con alto getto centrale e circondata da magnifici candelabri in ferro battuto. 

Uscendo dal parco, lungo il Paseo De Las Delicias si possono ancora ammirare i padiglioni dell’ esposizione tra cui quello dell’Argentina in stile neo barocco, oggi sede del conservatorio di musica.

e quello del Cile, sede della scuola di danza.

CASA DE PILATOS:

Le case palazzo di Siviglia sono luoghi pieni di arte, bellezza e sorprese da non perdere, veri e propri tesori “occulti”. Testimoni di un’epoca piena di splendore, in cui la città era centro di attrazione dei migliori artisti italiani e fiamminghi che hanno portato il meglio del Rinascimento.

La Casa de Pilatos  è un misto dello stile rinascimentale e quello Mudejar ed è come il prototipo del palazzo andaluso.

In questa dimora si nota come le varie culture abbiano dato la loro impronta storica: lo stile originario è moresco, anche se sono presenti elementi gotici e platereschi. La facciata è rinascimentale, sormontata da merlature gotiche.

Per questo dobbiamo ringraziare il Marchese de Tarifa che nel 1518 intraprese un viaggio durato due anni tra l’Europa e la Terra Santa. Al suo ritorno a Siviglia, innamorato della cultura rinascimentale italiana, incomincia a modificare l’estetica del proprio palazzo, influenzando anche l’ambiente culturale sivigliano circostante. Il nome Casa de Pilatos, infatti, deriva proprio dall’ispirazione che il marchese ebbe vedendo a Gerusalemme la casa di Ponzio Pilato.

Subito dopo l’ entrata si resta meravigliati dallo spettacolare patio che rappresenta al 100% l’arte andalusa: un insieme perfetto tra gotico e mudejar. Il patio della Casa fu costruito nel 1400 e durante il periodo di ristrutturazione fu ampliato e da una forma rettangolare passò a una forma quadrata.

All’interno del patio troviamo una fontana in marmo in stile rinascimentale che fu commissionata in Italia.

Tra le cose da vedere all’interno della Casa c’è il Salone del Pretorio, costruito in stile rinascimentale nel 1530.Le mura della stanza sono composte da azulejos con più di 150 disegni diversi, si tratta di una delle più ampie collezioni di ceramiche presenti al mondo.

Il cortile principale è decorato in stile mudéjar e plateresco.  Un’ oasi di pace tra il verde delle piante e il suono armonioso dell’acqua che zampilla da qualche bella fontana.

La fontana ricorda il diritto che aveva questo palazzo di usufruire dell'”agua de pie“, vale a dire di un collegamento con l’ acquedotto che riforniva la città.

Quest’acqua era monopolio della Corona, con essa si irrigavano i campi dell’Alcázar e come raro privilegio, la si concedeva a conventi e a privati. Verso il 1480 vi erano solo venti privilegiati che godevano di questa “agua de pie“, ragion per cui possedere un giardino era il segno più evidente di distinzione sociale.

BARRIO DE SANTA CRUZ E I VICOLI DEL CENTRO STORICO:

Non solo cattedrali imponenti, palazzi reali, case storiche e piazze maestose. Concedetevi qualche momento per perdervi nei stretti vicoli del centro, lontani dalla calca turistica!

Si possono trovare scorci pittoreschi…

Curiosi murales…

O piccoli mercatini rionali dove le persone ti guardano strano se hai una reflex.

Soprattutto perdetevi nel dedalo di stradine del Barrio di Santa Cruz. il vecchio quartiere ebraico, senza dubbio l’angolo più pittoresco della città.

Formato da un intreccio di stretti vicoli, su cui si affacciano casette bianche costruite in stile tipico andaluso, è qui che occorre dirigersi per scoprire la vera essenza della città.

Molto tempo fa, Siviglia aveva la più grande comunità ebraica della Spagna. Quando Ferdinando III di Castiglia conquistò la città dagli Almohadi nel 1248, consegnò questo quartiere agli ebrei. Qui potevano vivere con relativa libertà. Le cose andarono male durante il XIV secolo, quando il popolo ebraico veniva cacciato o addirittura ucciso se non si convertiva al cristianesimo. Tutti gli ebrei furono cacciat nel 1492, lasciando questo bellissimo quartiere abbandonato.

Il Barrio è un autentico labirinto. Girovaghiamo a caso per i vicoli e come d’ incanto sbuchi in piazzette isolate come Plaza Doña Elvira con decine di alberi di arance che le fanno da cornice. Questa bellezza fù edificata in occasione della riorganizzazione urbana che ebbe luogo nel quartiere tra il 1911 e il 1918

Nel XVII secolo era cortile per commedie. La leggenda popolare sivigliana narra che qui si trovasse la casa di Don Gonzalo de Ulloa, padre di Doña Elvira, da cui prende il nome la piazza, del “Don Giovanni Tenorio” di Zorrilla

Caratteristica ma molto più turistica è Plaza de los Venerables, punto di ritrovo di visitatori, luogo molto vivo a tutte le ore del giorno, sia per il suo richiamo culturale sia per la sua attrazione turistica, dovuta ai negozi di articoli da regalo e di artigianato che vi si aprono e alle terrazze delle sue locande.

Perdendosi trovi la vera bellezza di queste stradine che formano una sorta di labirinto.

Il dedalo era un sistema difensivo nato nel medioevo ideato dagli arabi per disorientare le truppe nemiche qualora avessero superato la cinta muraria della città. Un modo efficace che ha provocato, varie volte, la dispersione e il frazionamento degli invasori e la conseguente arresa.

Anche noi perdiamo l’ orientamento ma non ci arrendiamo! Continuiamo a vagare magari passiamo e ripassiamo davanti ai soliti posti ma non importa… è bello così… è magnifico esplorare!!!

E poi, senza sapere ne come e ne perchè, spunti qui e resti paralizzato dalla meraviglia!!! Il Patio de Banderas, una sorta di spazio intermedio tra la cattedrale e l’ Alcazar concepito come pubblico, di libero d’uso per la cittadinanza, Il nome deriva dal fatto che tale piazza veniva usata per le celebrazioni pubbliche e le cerimonie, soprattutto in occasione di visite di governanti e autorità regali straniere.

Una piazza singolare come utilizzo e come storia. Un tempo via di accesso per la struttura dei Real Alcazares, oggi è una via quasi obbligata per chi visita il Barrio Santa Cruz o la scenografica Plaza del Triunfo. E’ opinione comune tra i Sevillanos che dall’interno della piazza si goda la migliore vista sulla celeberrima torre della Giralda. e come dargli torto…

Dopo una lunga camminata, ci concediamo un piccolo riposo ai i Jardines de Murillo, un reticolo di sentieri formati da siepi e selciati che incontrandosi formano spazi a pianta ottagonale con fontane al centro e panchine ricoperte di azulejos.

LE SETAS DE SEVILLA:

Il Metropol Parasol, poi chiamato ufficialmente alla sua apertura come Setas de Sevilla, è una struttura a forma di pergola realizzata in legno e cemento sito nella centrale Plaza de Encarnacion.

Sul tetto è presente un belvedere con una vista a 360 gradi dove si può ammirare la città vecchia ed i monumenti della città.

Noi l’ abbiamo scelto per goderci un bellissimo tramonto, anche se per essere pignoli, non era dalla parte più fotogenica della città ma pazienza!

Ed è al crepuscolo, quando le caldi luci della città si accendono che Siviglia diventa ancora più suggestiva.

E infine, al calar della notte, i pannelli del complesso si accendono regalando magici giochi di luce.

“A Siviglia non s’invecchia. È una città in cui si sfuma la vita  in un sorriso continuo, senz’altro pensiero che di godersi il bel cielo, le belle casine, i giardinetti voluttuosi.”
EDMONDO DE AMICIS

Imperiale come una romana, elegante come un’ araba, vivace come una sudamericana e provocante come una Gitana. Siviglia è l’ insieme di quanto di buono ci sia nelle varie culture che nel bene e nel male ne hanno scritto la storia. E’ impossibile non restare ammaliati da Siviglia… è impossibile non esclamare:” Io qui ci torno!!!”

DOVE ABBIAMO DORMITO A SIVIGLIA:

Come detto all’ inizio, Triana è stato il nostro “quartier generale”.

Casa Alfareria 59 è stata la nostra dimora per le due notti. Ci siamo trovati benissimo, ospitalità eccezionale e colazione dolce e salata con molti prodotti tipici.

Carlo (triestino) e Rosa vi daranno ogni consiglio su come visitare Siviglia dando anche spunti fuori dal canonico giro turistico.

Un piccolo aneddoto: siamo arrivati da Malaga al mattino presto (verso le 9.00) e avevamo domandato se potevamo lasciare i bagagli nonostante la camera non fosse pronta.

Rosa non solo ci ha permesso di lasciare i bagagli ma ci ha offerto anche una sostanziosa colazione.

DOVE ABBIAMO CENATO:

Anche le cene le abbiamo consumate sempre a Triana, dopo una giornata a camminare era il nostro mare di tranquillità.

Ci siamo fatti consigliare sempre da Carlo e la prima sera è stata un vero assalto alle Tapas!

La Comidilla è un posto accogliente e senza troppe pretese con personale gentilissimo che ti guida in un percorso fatto di tapas.

Ottima qualità/prezzo.

Per la seconda sera abbiamo chiesto qualcosa di diverso, Carlo ha detto: “Ci penso io”

E ha pensato veramente bene…

(Foto dal web)

Il Puratasca si trova tra i palazzi popolari nell’ area più residenziale di Triana e da fuori non gli dai 2 lire

(Foto dal web)

 

Pochi coperti e una splendida cucina a vista, è segnalato nella Guida Michelin.

I piatti sono ricchi di contrasti e con una buona dose d’ inventiva.

Semplicemente strepitosi le Cozze in salamoia con curry e pezzi di mango (foto 6) e soprattutto, la specialità della casa, l’ Arroz meloso con funghi, parmigiano e tartufo bianco(Foto 4). Tutte portate da condivisione.

Il prezzo? Sinceramente quando ho visto tutti quei adesivi della Michelin, mi sono detto:”Bob, preparati a strisciare la carta…” e invece poco più di 60 euro in 2, bevanda comprese. Da notare l’ IVA al 10%!

MALAGA:

Malaga l’ abbiamo visitata poco. Abbiamo fatto la prima e l’ ultima sera. 

Meritava una visita più accurata in quanto ci ha sorpreso con la sua storia, con i suoi locali e con un’ allegra vivacità.

Una Malaga vestita a festa con le luminarie che la rendevano brillante e allegra.

Due cose però mi porterò nel cuore da Malaga: la prima è che ho conosciuto e me ne sono innamorato: il Tinto de Verano, simile alla sangria e tipicamente composto da 1 parte di vino rosso da tavola e 1 parte di soda solitamente limonata.

Poi quando scopri che un bibitone del genere lo paghi non più di 1,50/2 euro… Vabbè… son Veneto… Potete capire!!!

La seconda è che abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una delle più belle tradizioni spagnole:

Los Cabalgata de los Reyes Magos, una tipica sfilata di carri allegorici in cui i Re Magi, i loro paggi e aiutanti lanciano caramelle e dolciumi ai bambini la vigilia della festa dell’ Epifania.

È un momento unico in cui, da un lato, i più piccoli si godono lo spettacolo, i loro carri e la raccolta dei dolci. I più grandi, invece, vivono un intenso viaggio nella loro infanzia per sentire di nuovo la magia del Natale.

Nella Parata del 2023 vengono distribuiti circa  20000 Kg di caramelle.

DOVE ABBIAMO DORMITO A MALAGA:

In un dignitoso Ibis a 5 minuti a piedi dal centro. Ottima posizione, personale giovane e gentilissimo e ottima qualità/prezzo.

DOVE ABBIAMO CENATO A MALAGA:

In un locale del centro storico la prima sera, El Meson de Cervetas .

Abbiamo scelto un menù di Tapas: siamo passati dal baccalà al… cinghiale in umido.

Prezzo un pò più alto di Siviglia.

FINE.