
Il tiepido tramonto della sera precedente, c’ invoglia a riprovare a fotografare l’ alba! La location è quello strano anfiteatro sulla cima del colle che domina Oban.

Questa volta assieme a me e Duilio si aggiunge Alby che non rimane entusiasta dell’ esperienza per la troppa staticità e la temperatura bassa, mentre le ragazze restano a letto e al caldo.



La vista dalla collina spazia su tutta la baia: isola di Kerrera, isola di Mull, il faro di Lismore e decine di barche ancorate sul porto!

Oban si sta svegliando e noi dobbiamo tornare in Bed… C è un traghetto che ci aspetta.
PENISOLA DI KINTYRE:
Partiamo per Claonaig dove ci attende il Ferry Boat per l’ isola di Arran. Finalmente un po di sole. Per arrivare all’ imbarcadero attraversiamo una zona remota, fuori dalle normali rotte turistiche, un lussereggiante verde, sgargiante e un paesaggio incredibilmente dolce.

Questa penisola, resa celebre da un pezzo di Mc Carteney (Mull of Kintyre) su una celeberrima melodia di cornamuse e tamburi in una canzone dolce e suggestiva sembra voler descrivere questi paesaggi, puntellati qua e là dai raggi del sole. I posti son talmente belli da invogliar fantasie su un viaggio futuro.
ARRAN:

L’attraversata da Claonaig a Lochranza dura mezz’ora. Arrivati nell’ isola (la settima per grandezza nel territorio scozzese con una popolazione di poco più di 5000 abitanti) iniziamo l’ esplorazione.

Prelaventemente montuosa è soprannominata “il paradiso dei geologi”

Abbandoniamo subito Lochranza dove ci sono le rovine di un castello e la distilleria omonima per visitare l’ entroterra: lo scenario è quello aspro ma dai colori dolci che solo la Scozia ti dona! Torrenti, tranquillità e natura selvaggia si alternanano lungo le miglia che percorriamo.



Ci godiamo in pieno l’ isola girovagando anche per delle strade bianche dove la vista verso l’ oceano è meravigliosa. Ok il cielo tenebroso classico della Scozia ma vuoi mettere una bella giornata di sole?
AILSA CRAIG:

Arrivati a Kildonan,un atollo in lontananza e dalla forma strana attira la nostra attenzione: sembra una visione quasi mistica e dalla curiosità consultiamo google per capirne le origini. Ailsa Craig, il nome dell’ isolotto, e’ una roccia vulcanica alta 340 metri che sporge dal centro del Firth of Clyde.

L’atollo è disabitato ma popolato da decine di colonie di uccelli (anche più di 70000) tra cui le specie di Sula, Puffin, Gazza Marina e il gabbiano tridattilo. Delle gite in barca con partenza da Girvan permettono di visitare l’isolotto. Curiosità: il granito della roccia di cui è formato, veniva estratto per fabbricare delle pietre per il Curling.
KILDONAN BEACH:

Kildonan Beach è una silver sands probabilmente la spiaggia più bella dell’ isola.

Da qui si gode un’ ottima vista sulla Pladda Island.
PLADDA ISLAND:

Una piccola isola piatta e disabitata a forma di lacrima, lunga 700 metri e che si innalza a soli 27 metri sul livello del mare.
Sull’ isola fa da capolino un faro automatico alto 95 metri.
Sono le 17, gli ultimi momenti su questa splendida Arran.
BRODICK E GOATFELL:

Arriviamo a Brodick (in gaelico scozzese spiaggia del castello), il capoluogo dell’ isola. L’ orizzonte è dominato dalle creste acute di Goatfell che con i suoi 874 metri è il picco più alto di Arran.
Brodick è un ridente paesino con negozi, tavole calde e bed breakfast, sicuramente il punto più vivace dell’isola.

E’ arrivato il momento di salpare verso la mainland britannica. Salutiamo Arran ma non è un addio, perchè non si possono salutare definitivamente i posti che ti entrano nel cuore! Questa piccola gemma… Questa piccola “Scozia in miniatura” merita sicuramente una visita futura, più approfondita, magari con la possibilità di pernottare in una di quelle case in calce bianca che puntano il mare… Arrivederci Arran!!!

Il traghetto parte in perfetto orario, io mi sistemo (uno dei pochi coraggiosi) all’ aperto. Mi piace godermi il mare e quel vento che ti accarezza in modo deciso e che ti fa sentire vivo. Ad un certo punto è ancora la natura a farla da protagonista, il cielo diventa spettacolare: sul Firth of Clide si abbatte un fortunale ma il sole cerca in ogni modo di spuntare regalando scene mozzafiato.

E’ la quotidiana guerra che si combatte in queste terre… Tra sole e nuvole... Tra luce e tenebre… Tra caldo e freddo… tra kway e Tshirt.

Gli scozzesi dicono spesso: “Quello che oggi è pioggia, domani sarà whisky”, come da noi i vecchi detti difficilmente sbagliano.

Attraversiamo il Firth of Clyde e dopo un’ ora di macchina siamo ad Ayr. L’ ultima sera in Scozia. Domani cambieremo stato/regione ed un velo di malinconia mi attanaglia: ho sempre avuto la convizione che “come la Scozia, niente mai” …. ma ora ci aspettano nuovi luoghi, nuovi paesaggi…. Sapranno tenere il confronto?
To be continued…
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